- Home »
- Ponte Rotto dell’Isola Tiberina
Il Ponte Emilio (Pons Aemilius) o Ponte Rotto, fu il primo ponte in muratura di Roma.
Ponte Emilio (Pons Aemilius) o Ponte Rotto oltrepassava il Tevere poco piĂ¹ a nord dell'antico Pons Sublicius di fianco all'Isola Tiberina.
Viene di solito attribuito ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore, nel 179 a.C., che ne avrebbero realizzato i piloni, ma, sulla base di passi di Plutarco e di Tito Livio e di una raffigurazione monetale, dovrebbe essere invece attribuito a Manlio Emilio Lepido, in connessione con la realizzazione della via Aurelia, intorno al 241 a.C.
Dove dormire vicino il Ponte rotto / Isola Tiberina
Acquista qui al miglior prezzo i migliori tour offerti dai tour operator ufficiali tramite Viator, il servizio offerto dalla TripAdvisor.
A tua disposizione le migliori guide turistiche e accompagnatori turistici autorizzati di Roma e dintorni pronti a svelarti tutti i segreti di Trastevere. Aiuta l’industria del turismo e l’economia italiana a ripartire!
Il Ponte Emilio (Pons Aemilius) - oggi Ponte Rotto - era il piĂ¹ lungo tra gli antichi ponti della cittĂ e ciĂ² spiega il lunghissimo tempo che fu necessario per portare a compimento quest’opera, piĂ¹ di trent’anni.
Ponte Emilio (Pons Aemilius) - oggi Ponte Rotto - aveva un ruolo importante perché univa le due sponde del Tevere in un punto strategico, mettendo in comunicazione la sponda occidentale del fiume, già popolata a quel tempo da una comunità ebraica e da mercanti e uomini d’affari che venivano a Roma per motivi economici, con la Porta Flumentana che sorgeva sull’altra sponda.
Questa porta costituiva uno degli accessi alla cittĂ dell'antica cinta muraria e permetteva di raggiungere tre dei luoghi piĂ¹ importanti della Roma Antica: il Campidoglio, il Foro e il Circo Massimo.
Nel 179 a.C. il Ponte Emilio (Pons Aemilius) o Ponte Rotto fu ricostruito in occasione del rifacimento del vicino porto fluviale.
Nel 142 a.C. i censori Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio sostituirono all'originaria passerella lignea delle arcate in muratura.
Il Ponte Emilio (Pons Aemilius) o Ponte Rotto fu restaurato sotto Augusto nel 12 a.C.
Nonostante i cambi di nome negli ultimi 22 secoli, il soprannome comune rimane sempre quello di Ponte Rotto
Nel Medioevo sono attestati anche i nomi di "Ponte di Lepido" (pons Lepidi) o "Ponte Lapideo"' (pons Lapideus).
Dalla metĂ dell'VIII secolo il ponte era conosciuto come "Ponte Maggiore" (pons Maior) e nel 1144 come "Ponte dei Senatori" (pons Senatorum).
Nella guida di Roma del 1763 di Giuseppe Vasi - "Itinerario istruttivo per ritrovare le antiche e moderne magnificenze di Roma" - è citato come "Ponte di S. Maria, detto Rotto" e se ne riportano le precedenti denominazioni come "ponte Senatorio" o "ponte Janiculense".
Il ponte subì danni dalle piene del fiume a varie riprese (1230, 1422) e sotto papa Giulio III nel 1552 le arcate vennero completamente ricostruite a opera di Nanni di Baccio Bigio.
Un'ulteriore alluvione lo distrusse nuovamente nel 1557.
Un'ennesima ricostruzione ebbe inizio nel 1573 sotto papa Gregorio XIII, a opera dell'architetto Matteo di Castello e fu ultimata nel 1575, come si evince dalla lapide murata sull'arcata superstite.
Nonostante le accortezze, pochi anni dopo, la grande alluvione del 1598 fece sparire tre delle sei arcate e il ponte non fu piĂ¹ ricostruito, assumendo definitivamente la denominazione di Ponte Rotto.
Dopo il rovinoso incidente si decise di non ristrutturare piĂ¹ il ponte che fu lasciato così come era, adibendo la parte rimasta del Ponte Rotto a giardino pensile.
Tra il 1853 e il 1887 delle passerelle metalliche sorrette da funi collegarono il troncone di ponte alla riva sinistra del fiume (su progetto dell'ingegnere Pietro Lanciani) e per il suo attraversamento fu stabilito il pagamento di un baiocco come tributo..
Successivamente la passerella venne eliminata e le due arcate piĂ¹ vicine alla riva vennero distrutte in occasione della costruzione dei moderni argini del fiume.
Attualmente resta una sola delle tre arcate cinquecentesche superstiti, che poggia sugli originali piloni del II secolo a.C.
La denominazione di "Ponte Rotto" (pons fractus o pons ruptus) era stata data in precedenza anche ai resti del ponte romano conosciuto con i nomi di "Ponte di Agrippa", poi "Ponte Antonino" o "Ponte Aurelio", poi "Ponte di Valentiniano", fino alla ricostruzione di Ponte Sisto nel XV secolo.