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- Chiesa di San Pietro in Carcere
San Pietro in Carcere è una ex chiesa di Roma nel rione Campitelli, al clivo Argentario, presso il Foro Romano.
Situata su quello che un tempo era il carcere Mamertino, in cui vennero imprigionati e uccisi Vercingetorige, Giugurta e i complici di Catilina, quella di San Pietro in Carcere è divenuta chiesa poiché secondo un'antica tradizione, anche i santi Pietro e Paolo furono lì prigionieri.
La leggenda vuole che san Pietro, scendendo nel Tullianum, cadde battendo il capo contro la parete lasciando in tal modo la propria impronta nella pietra (dal 1720 la reliquia è protetta da una grata).
Rinchiusi nella segreta, assieme ad altri seguaci, i due apostoli fecero scaturire miracolosamente una polla d'acqua e riuscirono a convertire e battezzare i compagni di cella, ma soprattutto i custodi delle carceri, Processo e Martiniano, martiri a loro volta.
Chiesa di San Pietro in Carcere
I due apostoli non furono uccisi qui perché san Pietro fu condotto sul colle Vaticano e san Paolo alle Acque Salvie (l'attuale chiesa di San Paolo all'Abbazia delle tre fontane).
La trasformazione della cella più bassa in chiesa si fa risalire al IV secolo per volere di papa Silvestro I ma la costruzione della chiesa vera e propria fu effettuata su richiesta del pontefice Paolo III.
Nel 1540 la Congregazione dei Falegnami la prese in affitto e nel 1597 fece iniziare i lavori della nuova chiesa, dedicata al loro patrono e chiamata San Giuseppe dei Falegnami, terminati nel 1663.
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Chiesa di San Pietro in Carcere | Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami
La Congregazione dei Falegnami prese in affitto la chiesa di San Pietro in Carcere, situata all'interno del carcere Mamertino, nel 1540, per svolgere riunioni e funzioni religiose.
Tuttavia sul finire del XVI secolo, nel 1597, vista l'inadeguatezza dell'edificio, fece iniziare i lavori di realizzazione di una nuova chiesa, più ampia e spaziosa, che sarebbe stata dedicata al patrono dei falegnami, San Giuseppe.
Risulta che la congregazione a metà del '500 avesse già costruito una chiesa sulla preesistente dedicata a San Pietro, tuttavia non risultano fonti iconografiche che mostrino l'aspetto originario dell'edificio.
I lavori di realizzazione furono posti sotto la supervisione dell'architetto Giacomo Della Porta, allora architetto del Municipio Romano, e alla sua morte, nel 1602, sotto la supervisione di Giovan Battista Montano, che progettò la facciata dell'edificio completata proprio in quell'anno.
Alla morte di Montano, i lavori furono proseguiti dall'allievo Giovanni Battista Soria, che supervisionò l'ampliamento dell'oratorio e la costruzione della sagrestia.
Infine nel 1657 la compagnia decise di affidare il completamento all'architetto Antonio Del Grande.
La chiesa fu completata nel 1663 e consacrata l'11 novembre dello stesso anno.
Nel 1880 iniziarono i lavori di restauro dell'edificio, sotto la direzione dell'architetto Antonio Parisi, che diedero alla chiesa una nuova abside, modificando inoltre le decorazioni interne.
Il restauro terminò nel 1884.
Nel 1932 inoltre fu modificata la piazza antistante alla chiesa, al fine di facilitare l'accesso al carcere sottostante, ponendo la chiesa in posizione rialzata rispetto al piano stradale.
Alle ore 14:59 del 30 agosto 2018, una larga porzione del tetto è crollata, rendendo inagibile la chiesa e provocando la perdita del soffitto ligneo dell'edificio; l'incidente, che non ha provocato feriti, ha anche portato alla traslazione temporanea delle opere all'interno della chiesa al fine di preservarle.
I lavori di restauro si sono conclusi il 20 marzo 2020.
Chiesa di San Pietro in Carcere | Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami
La chiesa si trova sul clivus Argentarius al di sopra del carcere Mamertino, posto a partire dagli anni '30 a livello della strada, nei pressi del Foro Romano, nel rione Campitelli.
La facciata dell'edificio, rivolta verso la vicina chiesa dei Santi Luca e Martina, è a due ordini sovrapposti, arricchita da volute e sormontata da un timpano tripartito.
Il disegno della facciata risulta alterato rispetto al progetto originale a causa dell'eliminazione delle due rampe d'ingresso parallele alla facciata, eliminate nel corso del rifacimento dello spiazzo antistante negli anni '30.
L'interno è a navata unica con due cappelle per lato, la cui decorazione risale al restauro del XIX secolo.
Il soffitto ligneo cassettonato era decorato con lamine d'oro ed era stato realizzato intorno al 1611 da Giovan Battista Montano, direttore di una bottega di ebanisti, nonché supervisore dei lavori dal 1602 al 1621.
Il soffitto è stato gravemente danneggiato dal crollo del 2018, tuttavia, analogamente a quanto fatto per la basilica di San Francesco d'Assisi, si è proceduto al recupero dei materiali, restaurando quanto sopravvissuto e ricostruendo con gli stessi materiali ciò che era andato perduto.
Sulla cantoria della controfacciata si trova l'organo a canne della chiesa a due manuali e trasmissione elettrica, costruito dalla ditta Migliorini nel XX secolo per sostituire l'originale di Filippo Testa.
La cassa lignea entro cui è racchiuso, opera di Giovan Battista Vannelli, risale invece al 1713 ed è stata dorata nel 1719, fungendo inoltre da cornice per la tela Gloria di angeli di Angelo Maccaroni (1883).
Annessi alla chiesa vi sono un oratorio, sempre con soffitto ligneo a cassettoni, e la cappella del Crocisfisso, risalente al XVI secolo e posta tra la chiesa e il sottostante carcere.
Tra le opere più notevoli da ricordare, una Natività opera di Carlo Maratta (1651).
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