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Galleria Sciarra
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Indirizzo:
Via Marco Minghetti, 10, 00187 Roma RM
Descrizione:

La Galleria Sciarra è un incredibile edificio in stile liberty del rione Trevi, vicino Palazzo Cipolla

È nota come Galleria Sciarra, in quanto costituisce un passaggio pedonale coperto - cortile privato ma aperto al pubblico negli orari d'ufficio -

Gli ingressi della Galleria Sciarra sono in Via Marco Minghetti e in Piazza dell'Oratorio.

Concepita come un cortile del Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano, è un raro esempio di stile liberty romano a due passi da Via del Corso.

Galleria Sciarra
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Galleria Sciarra
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Palazzo Sciarra | Galleria Sciarra

Qui, fin dai primi secoli del Cristianesimo, sorsero alcuni dei più antichi edifici sacri e, a partire dal XV secolo, importanti dimore patrizie.

La sua costruzione fu promossa nella seconda metà del Cinquecento dagli Sciarra, ramo della famiglia Colonna che deteneva il principato di Carbognano, sul sito dove i Colonna possedevano due nuclei edilizi distinti, detti rispettivamente “palazzo imperfetto” e “palazzetto”, di cui nel 1610 l’architetto milanese Flaminio Ponzio progettò l’unificazione.

Nel 1641 alla guida del cantiere subentrò Orazio Torrioni, autore della nobile e severa facciata, riquadrata da cantonali bugnati, coronata da un cornicione a mensole e scandita da tre ordini di finestre.

L’ingresso monumentale è caratterizzato da un arco bugnato, a cui si antepongono, poste su alti plinti, due colonne scanalate con capitello composito, a sostegno del balcone balaustrato del primo piano.

Il fronte dei plinti e la balaustra sono arricchiti da colonne scolpite in rilievo, a ricordo della provenienza della famiglia Sciarra da quella prestigiosa dei Colonna.

Il palazzo, proprio per la bellezza del portale, era incluso tra “le quattro meraviglie di Roma”, assieme al cembalo Borghese, al dado Farnese e alla scala Caetani di Palazzo Ruspoli.

Nel Settecento il cardinale Prospero Colonna promosse l’adeguamento del palazzo allo stile dell’epoca.

Al rinnovamento architettonico e pittorico partecipò anche l’architetto Luigi Vanvitelli, amico del Cardinale, che ne progettò la ristrutturazione.

La Libreria domestica, la piccola Galleria, il Gabinetto degli Specchi, ricchi di decorazioni pittoriche, sono alcuni degli ambienti nati da questi interventi, che accrebbero il valore storico ed artistico del palazzo.

Alla fine dell’Ottocento Francesco Settimi si occupò del restauro degli edifici circostanti, dell’ampliamento dell’ala destra dello stabile e del rifacimento del cortile. Il palazzo fu notevolmente ridotto nelle dimensioni tra il 1871 e il 1898, quando il principe Maffeo Sciarra affidò a Giulio de Angelis l’apertura dell’adiacente via Minghetti, la realizzazione dell’isolato del palazzo, del teatro Quirino e della retrostante Galleria Sciarra.

A partire dall’anno 1882, tutto il complesso seicentesco compreso tra via del Corso, via Minghetti e via delle Vergini subì una profonda ristrutturazione.

L'edificio per come lo conosciamo noi oggi nacque tra il 1885 e il 1888

In quegli anni infatti venivano ristrutturati e ammodernati i rioni centrali di Roma secondo i piani di ricostruzione della nuova capitale.

Il nuovo palazzo Sciarra nasce dalla volontà di collegare i vari spazi della proprietà e dell'attività del principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra: la redazione della Tribuna (e dell'ultima Cronaca bizantina), di cui ne fu il proprietario e Gabriele D'Annunzio il direttore, fin allora ospitate nel retro di Palazzo Sciarra, e il Teatro Quirino.

Il progetto della Galleria Sciarra fu affidato all'architetto Giulio De Angelis, il più singolare e inquieto fra gli architetti romani del tempo, ma particolarmente attento all'uso della ghisa nelle nuove costruzioni.

Il vano centrale è ricco di partiture architettoniche e fu dipinto da Giuseppe Cellini.

La decorazione in stile Liberty della Galleria Sciarra sviluppa il tema iconografico della “Glorificazione della donna”, illustrando modelli di virtù femminili (“La Pudica”, “La Sobria”, “La Forte”, “L'Umile”, “La Prudente”, “La Paziente”, “La Benigna”, “La Signora”, “La Fedele”, “L'Amabile”, “La Misericordiosa”, "La Giusta") e rappresentando scene di vita quotidiana borghesi.

La copertura a volta della Galleria Sciarra è realizzata in ferro e vetro.

Va notato che, nel restauro realizzato alla fine degli anni 1970, l'edificio fu completamente svuotato all'interno e ricostruito in cemento armato.

Furono però salvaguardate le decorazioni pittoriche e le strutture in ferro.

L'utilizzo della Galleria Sciarra come passaggio pedonale potrebbe ai nostri giorni aver sminuito l'interesse dei passanti verso la sua componente artistica, per come troppo spesso non si rimane più di tanto ad ammirarla: eppure le pareti della galleria rappresentano un raro ed eccellente esempio di decorazione pittorica in stile liberty.

Anticamente, nella zona occupata dalla galleria, si trovava la Porticus Vipsania, costruita da Vipsania Polla, sorella di Marco Vipsanio Agrippa (che possedeva una villa nei dintorni)

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Galleria Sciarra | Fondazione Roma Museo

La Fondazione Roma Museo ha sede nello storico edificio di Palazzo Sciarra, che si affaccia su via del Corso, nel cuore della città.

La Collezione d’Arte della Fondazione Roma è composta da un cospicuo ed originale corpus di opere che vanno dal Quattrocento ad oggi.
Basata su un modesto nucleo originario proveniente dalle raccolte del Monte di Pietà e della Cassa di Risparmio di Roma, essa è stata notevolmente incrementata nel corso degli anni con una campagna acquisti voluta fermamente e promossa dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, il quale ha avuto anche l’idea di raccogliere e rendere fruibili le opere in uno spazio espositivo permanente, appositamente creato presso Palazzo Sciarra.
Diversamente da altre collezioni artistiche di natura privata appartenenti a gallerie romane, quali ad esempio la Galleria Doria Pamphilj o la Galleria Colonna – derivate dalle proprietà di grandi famiglie, mantenute intatte nel corso dei secoli grazie ad obblighi fidecommissari che, se da una parte ne hanno evitato la dispersione, dall’altra ne hanno dato la connotazione di collezioni «chiuse» – la Collezione d’Arte della Fondazione Roma si caratterizza per questa felice ed oculata serie di acquisizioni che continuano ad incrementare il nucleo originario.
La Collezione è centrata prevalentemente su artisti operanti a Roma, in modo da aggiungere nuovi rilevanti tasselli allo straordinario mosaico costituito dal patrimonio artistico capitolino.
Il nucleo centrale della Collezione è costituito da opere appartenenti alla cultura tardo-barocca e marattesca, tanto da imporsi nel panorama museale romano come una delle quadrerie più rappresentative della cultura figurativa romana tra Seicento e Settecento.
Significativamente rappresentati sono anche i secoli successivi, fino ad arrivare ai principali artisti contemporanei che a vario titolo hanno avuto un legame con la Capitale.
Arricchisce, infine, l’esposizione una selezione di quattrocento pezzi del prezioso patrimonio numismatico della Fondazione Roma, costituito da oltre duemilacinquecento esemplari tra medaglie e monete, la cui parte più consistente è rappresentata dalla serie di medaglie papali, che vanno da Martino V Colonna a Papa Francesco.
Una collezione che rispecchia sei secoli della storia del pontificato e si può considerare, per numero e qualità degli esemplari, seconda solo al Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana.

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